In Russia, stretta nella morsa di una carestia, Lenin era appena morto, la dittatura di Stalin era all’inizio e il Grande Terrore doveva ancora iniziare.
Preso il primo volo commerciale verso l’India, impiegandoci lo sbalorditivo tempo di sette giorni, Byron fu catapultato nei tumultuosi ultimi anni dell’impero anglo indiano.
Ghandi era imprigionato, mentre rivolte e scontri tra Indù e Mussulmani erano all’ordine del giorno. Infine Byron penetrò nel Tibet, il paese proibito. Visitando “la terra delle nevi” vide il Tibet com’era quando il Dalai Lama era ancora alloggiato a Palazzo del Potala, vent’anni prima dell’invasione cinese.
Prima la Russia… Robert Byron si muove tra le antiche chiese russe, gli affreschi e le icone con l’animo dell’esploratore, scevro da luoghi comuni e itinerari prestabiliti che potrebbero condizionare il suo sguardo indagatore…
…poi il Tibet. Il secondo viaggio gli svelerà la bellezza arcana di un paese non ancora contaminato dalla Rivoluzione Industriale, dal “virus delle macchine”.
Riunite in un solo volume le impressioni suscitate da questi due territori di confine, la cui diversità è un simbolo delle formidabili contraddizioni che fanno della vita del Ventesimo secolo un privilegio e un enigma.