Dalla Rosa Bianca al Gruppo studenti di Monaco
Una bella testa, Hans Scholl, non c’è che dire. Provare per credere. Per esempio quanto segue (risale all’aprile 1941): «Sono sdraiato sulla pancia al margine di un bosco, vicino a me giacca, cintura, baionetta e berretto, quale natura morta antimilitarista». Non c’è male per uno studente medico arruolato nella Germania della Seconda guerra mondiale. I fratelli Scholl sono tra le figure piú famose della resistenza tedesca contro il nazionalsocialismo, e il movimento della Rosa Bianca, del quale Hans fu l’iniziatore e capo carismatico, è diventato parte integrante del «romanzo di formazione nazionale dei tedeschi». Dal dubbioso al dissidente, che rivela il suo atteggiamento solo a chi conosce bene, fino all’attivista, è un percorso lungo, non sempre rettilineo, che passa anche attraverso le donne di cui si è via via innamorato. In questo aiutano Scholl il suo radicamento nella religione protestante e la sua famiglia che si sforza di «formare intorno a lui un cerchio di verità, nonostante tutte le menzogne». Nell’agosto 1942 Scholl scrive dal fronte russo nel suo diario: «Sono l’unico passeggiatore in mezzo a una ragionevole insensatezza». Che cosa può significare? forse il fatto che lui legge Dostoevskij, impara il russo, e, quando non è richiesto in ospedale, visita con Alexander Schmorell i contadini russi. Fondamentale per la crescita personale di Hans Scholl è stata la sua curiosità intellettuale: andare a teatro il piú possibile, visitare le grandi città come Parigi, partecipare a circoli letterari, leggere. In questo cammino Hans non è solo, incontra e si confronta, direttamente o indirettamente con alcuni giganti della fede: il teologo Romano Guardini, il vescovo Clemens August von Galen, autore di alcune infuocate omelie contro il programma di eutanasia forzata di disabili fisici e mentali, e ancora l’intellettuale Theodor Haecker e l’editore, pubblicista, Carl Muth. Il libro della Ellermeier è un sapiente assemblaggio di pezzi tratti dal ricchissimo epistolario, e quando descrive le ultime azioni del gruppo e alterna avanti e indietro con protocolli di interrogatori della Gestapo, righe di volantini, frammenti di discorsi di Goebbels sulla «guerra totale», fra le prospettive dei resistenti e i loro persecutori, il libro diventa un thriller.