In questo libro si racconta come la convivenza con i propri limiti, qualunque essi siano, non è sempre facile, ma è necessaria. Spesso è un peso, ma a volte è un motivo in più per non mollare. Con volontà e tenacia, seppure tra momenti di sconforto, Gloria sa rialzare la testa e cambiare la lente con cui osserva la realtà. È solo guardando dritto in faccia le proprie difficoltà che le si riesce a dominare, pur senza superarle, e le si rende sopportabili.
La vita non è ciò che si vede, è come la si guarda. Si possono avere dieci decimi per occhio ed essere ciechi, se non ci si mette l’attenzione e l’amore in quello sguardo. Se chiedi aiuto per scendere una scala, se non riesci a trovare un oggetto o una strada, se fai fatica a contare i quadretti di una lavagna o le righe di un quaderno, perché ci vedi poco, non ti devi disperare o scoraggiare. Se hai usato sugli altri quello sguardo attento e amorevole, hai visto ben oltre quelle righe o quei quadretti o quella strada o quell’oggetto o quei gradini. E ci sarà quindi sempre qualcuno ad aiutarti.
I ricordi le hanno sempre fatto compagnia: avendo un’ottima memoria, è stata spesso lei a essere l’archivio storico di fatti, date, particolari eventi.
Qualcuno una volta le ha detto che, per essere realizzati nella vita, bisogna fare tre cose: piantare un albero, fare un figlio e scrivere un libro. Gloria un albero non l’ha mai piantato, ma è ancora in tempo; un figlio l’ha fatto, ma un libro? Ha sempre avuto questo sogno nel cassetto, e allora ha deciso di provarci.