Molte sono le donne piemontesi che, nella loro dimensione individuale o in quella collettiva, hanno contribuito al raggiungimento di importanti traguardi sul lungo percorso dell’emancipazione. Letterate, artiste, imprenditrici, operaie, partigiane, mondine… in queste nove storie scopriamo il coraggio e la forza dell’“anello forte”, a cui ispirarci ogni giorno.
Il volume si apre con le lotte di fino Ottocento e inizio Novecento per l’ottenimento di alcuni diritti lavorativi basilari, come una paga dignitosa e le otto ore lavorative, portate avanti dalle mondine nelle campagne vercellesi e dalle sartine tra le vie di Torino. Negli stessi anni la prima avvocatessa d’Italia, Lidia Poët, si vedeva radiata dall’albo in quanto donna ma portava comunque avanti idee rivoluzionarie per i diritti dei carcerati.
Uniche per il contributo dato alla guerra di Liberazione sono poi le partigiane impegnate nelle vallate e nelle città piemontesi, troppo spesso il loro ruolo è stato sottovalutato e dimenticato. A guerra finita la forza delle parole di due grandi scrittrici, Natalia Ginzburg e Lalla Romano, riempie pagine di grande rilievo per la letteratura italiana del Novecento. Sono donne che spiccano in ambienti prettamente maschili come Elena König, la signora Lenci, che con le sue bambole di feltro diventerà un’imprenditrice di successo.
Due secoli dividono invece due “sante sociali” che in contesti così diversi ma con la stessa finalità di intenti hanno contribuito a soccorrere i più deboli: Giulia di Barolo che aiuterà le carcerate e fonderà numerosi istituti di carità ponendosi contro tutto e tutti e Lia Varesio, una vita intera dedicata a dare una casa a chi la casa non ce l’ha, e la sua associazione Bartolomeo & C.
Tra queste pagine traspaiono la tenacia e il coraggio, l’intelligenza e l’entusiasmo creativo, la grande generosità e la voglia di cambiamento delle donne piemontesi che per questi valori hanno combattuto e anche vinto. Traguardi sociali scaturiti dall’unione e dalla solidarietà tra donne, un concetto riportato nell’illustrazione di copertina, ideata da Elisa Talentino, in un’unione di forze metaforicamente rappresentata da un tiro alla fune infinito che travalica secoli e confini.