Questi nove racconti sono l’ultimo regalo di Erminio Ferrari, scrittore che non esitiamo a definire “grande”. Per l’importanza dei temi, per lo stile originale, per la completa e perfetta identificazione dell’autore con i suoi testi.
Apparentemente distinti tra racconti di montagna e ritratti umani, essi ruotano tutti attorno ad alcuni temi “ultimi”. E in tutti rimbalza l’interrogativo senza risposta sulla presenza del “male” nel mondo e nella storia.
Nella maggior parte di essi l’inizio coincide quasi sempre con un luogo e un tempo relativi a un’escursione o a una scalata. Sono così subito date le coordinate, le circostanze in cui è avvenuta, seguite, a volte solo per cenni, dalle peculiarità di quella particolare montagna o dalle difficoltà sorte in itinere, oppure rese esplicite nel dipanarsi del testo.
L’escursione e il suo corteo di problemi a loro volta sono semplicemente una cornice, se non addirittura un pretesto, per cominciare a dire, a scrivere. Come se raccontare non si potesse, se non cominciando in quel modo.