A cura di Alessandra Demichelis e Marco Ruzzi
Negli anni Venti del Novecento, un gruppo di amici, ancora adolescenti, trascorre il tempo lasciato libero dallo studio assecondando una passione destinata a unirli per il resto della vita: la montagna. D’estate e d’inverno i ragazzi si cimentano con alcune cime delle Marittime, le più facilmente raggiungibili dalla loro base di Valdieri, affrontando con leggerezza e i mezzi del tempo le piccole e grandi incognite che ogni avventura pone loro di fronte. Sarà Dante Livio Bianco a tenere memoria di quelle “gite” e di quella amicizia, nel suo diario, narrando in soggettiva le fasi più “tecniche” e i momenti di spensieratezza.
Nel settantesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 12 luglio 1953 in seguito a una caduta dalla cima Saint-Robert, l’Istituto storico della Resistenza e della società
contemporanea in provincia di Cuneo vuole rendergli omaggio non per ciò che la montagna gli tolse, ma per l’irresistibile felicità che gli diede, in quegli anni giovanili che ne segnarono per sempre la vita e il destino.