Fosdinovo, Lunigiana, la voce di un bambino inquadra e racconta, come in una lenta carrellata della memoria, i giorni che hanno fatto di una manciata di anni gli attimi indelebili di un’intera vita.
Fosdinovo, Lunigiana, la voce di un bambino inquadra e racconta, come in una lenta carrellata della memoria, i giorni che hanno fatto di una manciata di anni gli attimi indelebili di un’intera vita. Dal 1940 all’estate del 1945 s’intrecciano nelle parole del piccolo Dario storie e personaggi di una famiglia, di tutto un paese: i cimeli leggendari del nonno garibaldino, le invenzioni fantastiche dello zio Paolo, gli abiti sbiaditi della diafana signorina Italia, il frastuono dei soldati della Wehrmacht, il fascino irresistibile degli ordigni inesplosi, le ombre e i fruscii dei partigiani, il miraggio del mare all’orizzonte. Sono le avventure di una banda di ragazzini che sembrano usciti da un film di Truffaut; perennemente indaffarati nella ricerca di ciò che possa soddisfare un’insaziabile sete di vita. Sono le cronache delle necessità e delle miserie degli adulti; ognuno impietosamente e teneramente colto con l’immediatezza di uno sguardo irriverente. Il medesimo sguardo con cui da adulto lo stesso Dario ci ha raccontato per immagini, in mille altre storie, la nostalgia degli spaventapasseri, i segreti dei giardini, lo stupore dell’acqua e delle nuvole.