Proprio durante gli incontri, anche conviviali, nella sua abitazione, e in quelli alle Molinette, comune luogo di lavoro, hanno avuto luogo le lunghe conversazioni tra Marina Rota e Mauro Salizzoni, focalizzate principalmente sulle sue due passioni: i trapianti e la corsa.
Il volume si propone di sottolineare non soltanto la sua eccezionalità professionale, riconosciuta in tutto il mondo, ma anche il suo spessore umano: la dedizione quasi calvinista alla sua attività, la temperanza nell’affrontare ogni tipo di difficoltà, l’orgoglio del lavoro ben fatto, il senso del dovere. Mauro Salizzoni, “il mago dei trapianti di fegato”, ha voluto dedicare questa sua biografia agli ultimi, ai dimenticati: ai donatori, che concedono ad altri l’opportunità di una nuova vita.
La voglia di sfidare se stesso, di proseguire nonostante tutto, non lo ha mai abbandonato. La sensazione di compiutezza, di felicità, che prova arrivando in cima al Mombarone, non lo ha indotto soltanto a partecipare sempre alla gara, ma lo ha anche stimolato a mettere in gioco tutto se stesso nella sua vita professionale, per vincere sfide sempre nuove, sul percorso altrettanto impervio della Chirurgia; quella che avrebbe condotto alle soluzioni migliori per i suoi pazienti.
Il Mombarone è la storia delle storie; è il suo centro di gravità. È la sua irrinunciabile vita parallela: i ricordi del Mombarone sono strettamente intrecciati alla sua vita professionale. Senza il Mombarone, forse, – come dice lui stesso, – non avrebbe fatto più di tremila trapianti.