Un cacciatore di taglie, un apache, un pilota di astronavi, un investigatore privato che sembra uscito da un romanzo hard boiled, due ragazze, un belloccio palestrato di nome Alain, un essere di cui si conosce solo l’iniziale del nome, K., che si nutre di sangue, una sarta che ha appena pugnalato con le forbici il marito che la maltrattava, un bambino di forse otto anni: personaggi che vengono da epoche diverse e luoghi diversi, si trovano proiettati in ambienti ora ostili, come un deserto di sabbia finissima o un lurido garage, o apparentemente idilliaci, come un frutteto che si estende a perdita d’occhio, con alberi carichi di frutti perfetti e maturi o una stazione di servizio con ogni ben di Dio. Misteriose frecce gialle, verdi o rosse guidano i personaggi da un ambiente all’altro. Ma c’è sempre qualcosa che “non torna”, che non è in sintonia con un ambiente perfettamente naturale. Inoltre, un’oscura minaccia sembra incombere costantemente su tutti loro, in un crescendo di tensione che farà emergere i lati migliori o peggiori di ciascuno. Ma la realtà è ancora più terribile e difficile da accettare.