… Non c’è nesso tra i ventinove racconti, è inutile andarseli a rileggere solo per trovare il legame. Semplicemente, non esiste.
Il titolo si sostiene da sé, sa di leggerezza e di scanzonata coscienza ecologica, che è poi la cifra cui tutti dovremmo ispirarci nel nostro tempo difficile.
Ma il bello sta proprio in questo: incuriosire fin da subito, e a Carlo l’impresa riesce bene. Perché prima di finire sulla carta (o più probabilmente sullo schermo del pc), un racconto nasce nella testa di chi scrive come una piccola scintilla. Poi sta a lui farla diventare fuocherello o incendio, dipende da come lo alimenta. Con quali ricordi, per esempio – e poco importa se belli o brutti, se è vero che il ricordare è il succo della vita – o col vissuto delle proprie esperienze, le fantasie, gli incontri, le cose ascoltate da altri.
C’è un po’ di tutto ciò in ognuna di queste storie, e chi le ha scritte ce le regala con onestà, senza infingimenti di sorta. Nelle sue corde c’è esattamente questo: ricordare, elaborare, riciclare il vissuto con l’intento di non disperdere niente. E nobilitarlo, se possibile, che è mestiere di pochi…
dalla Prefazione di Aldo Storace